Pasticceria Bianco

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Descrizione

La mia passione verso questo mondo fantastico della pasticceria inizia da bambino, quando vedevo mia madre preparare con tanto amore e con un mega sorriso sulle labbra, i dolci. Gli piaceva fare di tutto, dai biscotti, alle frittelle, alle ciambelle, alle torte ed anche sul salato era abbastanza brava, con focacce, pizze, calzoni, panzerotti farciti. Era tutto buono ma principalmente le torte erano squisite. Ricordo, quando abbiamo iniziato a festeggiare i primi compleanni in casa con gli amichetti e compagni di scuola, loro dicevano spesso e ad alta voce che aspettavano con ansia il momento per tagliare la torta, perché le torte come le faceva la “Pina” (mia madre) non le faceva nessuno.Le faceva tutte con un pan di spagna alto, metodo genoise, e poi farcite in varie tipologie, tipo mimosa, con crema pasticciera, con crema al cacao, scaglie di cioccolato e panna, tanta delicatissima panna.
Non possiamo dire che mia madre non si divertiva e che non faceva divertire anche noi figli, facendogli dare una mano. Noi ci divertivamo e ci piaceva soprattutto quando leccavamo le pentole di crema e di pan di spagna crudo.
Siamo quattro fratelli cresciuti con le bontà della mamma. Ricordo ancora che quasi tutti i sabati sera, faceva quelle mega torte pasticciotto e già la domenica prima di mezzogiorno era finita per quanto era buona.
Durante le feste scolastiche era buona abitudine portare ognuno qualcosa da casa. Noi, io e i due fratelli più grandi che andavamo alla stessa scuola, la sorella più piccola andava ancora all’asilo, portavamo la torta ciambella, solo che di forme ciambella, mia madre, ne aveva solo due, quindi facevamo a tocco per chi gli capitasse la torta senza buco, spesso usciva a me ed a scuola ne uscivamo sempre con la battuta che “non tutte le ciambelle escono col buco”. Questa storia è andata avanti per diversi anni. Quando sono arrivato al secondo anno all’Istituto Tecnico Commerciale “Francesco Calasso”, maturai la decisione di abbandonare la scuola ed immergermi nel mondo del lavoro. Sinceramente, non mi sentivo soddisfatto, pensavo di aver scelto una scuola sbagliata, volevo toccare con mani il mondo che mi piaceva, che amavo, e non di stare ore ed ore sui libri. Solo ora capisco quanto sia veramente importante lo studio. Comunque, ritornando a noi, lasciai la scuola.
Mio padre fu un po' deluso per averlo fatto. Gli dissi che volevo fare il pasticciere e Con lui andammo in una delle pasticcerie più rinomate di quel tempo, la famosissima Pasticceria Franchini. All’inizio della conversazione Franchini non mi voleva prendere perché mi considerava troppo grande, avevo 16 anni, ma mio padre lo convinse a farlo. Non mi sembrava vero, ero al settimo cielo, finalmente io, il giorno dopo potevo iniziare a realizzare un mio sogno, a capire tutti i segreti per poter produrre delle emozioni chiamate “dolci”.
Sono stato a lavorare per oltre dieci anni, tantissimi anni pieni di sacrifici colmi di passione, sudore, a volte tensione per l’enorme tenore di lavoro che c’era. C’erano periodi che non si conosceva il giorno con la notte. Si entrava la mattina, si usciva a notte fonda, a volte addirittura si usciva il giorno dopo. Passavamo tutta la notte lì in pasticceria.
Quella vita sembra ieri, oggi come oggi la rifarei ancora. Non finirò mai di ringraziarlo il Maestro Franchini per avermi insegnato il mestiere e l’ideologia per la Qualità.
Quando c’è vera passione si è disposti a fare di tutto, qualsiasi sacrificio.
Michele Bianco

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